[10/11/2008]
Scrittura_t e a t r o
Italian Mambo
Vedete, basta poco per creare un teatro: un gesto, una maschera, un disegno al tratto e un po' di persone che ti guardano e ti ascoltano. Ma da dove nasce il bisogno profondo del teatro di far rivivere all'infinito storie e personaggi? Di far piangere, ridere, pensare?
Ladies and Gentleman, Mesdames et Messieurs, Damen und Herren, Damy i Gospoda, Signore e Signori, i miei omaggi. Benvenuti a Roma, una città che ha il carisma di una grandezza senza tramonto. Vi ringrazio per aver accolto l'invito di Lavazza e per essere qui con noi alla presentazione del Calendario 2009. Il mio nome è Sax Nicosia, sono un attore di teatro e questa sera avrò l'onore di accompagnarvi dal palcoscenico attraverso i momenti della serata. Il tema del calendario di quest'anno è l'italianità come ispirazione profonda, come modo di vedere le cose appassionandosi alla vita. Benvenuti in Italia.
Allora, dove nasce il teatro? Se volete una risposta tecnica, i libri vi diranno che nasce nell'antica Grecia, con le tragedie di cui gli ateniesi andavano ghiotti.
Ma se date retta al vostro cuore, la sapete già la risposta vera. Nasce in Italia tutti giorni. Noi italiani saliamo sul palcoscenico già di buon mattino, quando scendiamo in strada, entriamo al bar e ordiniamo il caffè. Anzi, non lo ordiniamo nemmeno, perché il barista sa benissimo cosa prendiamo: normale, espresso, doppio, ristretto, schiumato, freddo, macchiato con una lacrima di latte, marocchino, capcioc, americano… La complessità è figlia della dignità: non siamo uno standard, siamo un'interpretazione, una variazione sul tema. E poi, in quella preziosa mezz'ora di effetto tonico che ci procura la bevanda miracolosa, viene quel desiderio di scambio così irresistibile e contagioso, così genuinamente italiano.
Allora cominciamo a fare le due cose in cui non siamo secondi a nessuno: parlare e gesticolare. O se preferite, gesticolare e parlare. E a questo punto ciascuno di noi va in scena, pensa di essere un po' Laurence Olivier anche se nella vita gli tocca fare il parcheggiatore o l'amministratore delegato. La nostra vita è uno spettacolo, un teatro naturale. E questo soprattutto per un motivo: perché in Italia è facile che scocchi la scintilla dell'imprevisto, del fuori programma. E dio sa se noi italiani non siamo maestri nell'arte di far fronte agli imprevisti.
Nelle vene dell'Italia scorre tanto, tanto teatro. È quel bisogno di richiamare l'attenzione, di dire ‘Ehi, ci sono anch'io.', è soprattutto quel piacere di parlare, parlare, parlare. Raccontare storie di famiglia, di lavoro, di sport, di politica, di libri, di cucina, di viaggi, di donne e motori, di tradimenti e riconciliazioni… Una mia cara amica tedesca diceva così: “ In ogni shkerzo c'è un ffondo di ferità.” Possiamo anche dire che “In ogni cliché c'è un fondo di verità.” Ecco, in Italia sei sempre sul filo del rasoio, una cosa che un attimo prima era un cliché, un dejà vu, diventa subito dopo una scoperta straordinaria.
Definire l'Italia come terra di passioni è un cliché. Ma è anche la verità, perché a noi italiani piace veramente farci governare dalle passioni come personaggi scespiriani. E l'Italia non delude mai: è da sempre la sorgente a cui vengono ad abbeverarsi artisti, creatori, architetti, musicisti, designer, scrittori, registi.
L'Italia è uno dei quei luoghi dove i cliché vanno cavalcati e indagati. Lo sapete già ma voglio dirvelo ancora una volta: è vero che l'ingegno dell'arte, il sogno del cinema, la poesia della seduzione, la creatività della moda, il gusto della cucina e il mito della storia dell'Italia sono la nostra essenza!
Noi italiani abbiamo il vantaggio che non dobbiamo fare molta strada: ci siamo nati e ci viviamo, in mezzo al gettito di questa inesauribile fonte di ispirazione e di passioni sempre nuove. Siamo figli di una terra che butta fuori meraviglia e ingegno a ogni passo, ogni respiro, im-pre-ve-di-bil-men-te, ap-pas-sio-na-ta-men-te, a mitraglia, in tutte le direzioni, ra-ta-ta-ta-ta-ta-tan, e ancora ra-ta-ta-ta-ta-ta-tan…
Qui sono nate la divina commedia di Dante e le elegie di Petrarca ma anche gli scherzi pesanti di Boccaccio. Le macchine fantascientifiche e i canali di Leonardo ma anche il sorriso della Gioconda. Le donne di Fellini, la malinconia di Antonioni ma anche il sorriso universale di Benigni. Il mito e la seduzione di Valentino, Armani e Versace ma anche lo stile ruvido e ironico di Dolce&Gabbana e Moschino. Lo sprint delle Ferrari e delle Ducati ma anche la robustezza delle Moto Guzzi. Le voci inconfondibili di Mina, Celentano e Modugno ma anche le atmosfere di Conte e De Andrè. L'impegno intellettuale di un Pasolini e al tempo stesso il genio pop di un Totò, che addirittura si incontrano in un film. Il design e il rigore di Giò Ponti e Giugiaro ma anche la trasversalità di un Sottsass o un Mendini... L'Italia ha molte facce. Scoprirle tutte vuol dire mettersi in viaggio spostando la meta di continuo.
E poi, lasciatemelo dire, l'Italia è la patria della passione per eccellenza … come quella di Violetta nella Traviata di Verdi, o di Canio nei Pagliacci di Leoncavallo.
Questa sera abbiamo voluto farvi sentire il teatro non solo perché è la metafora di un paese, ma perché il teatro – a differenza di un museo – contiene opere d'arte vive, pulsanti, ed è la cornice ideale per parlare di italianità.
Vi chiederete, che cosa significa Italian Spirit quando si vuole andare oltre l'immagine tradizionale? L'Italia è uno stato della mente. In questo luogo ci può entrare chiunque sia disposto a correre qualche rischio. Noi italiani abbiamo il potere di rendere la vita meno prevedibile, anche agli altri. Abbiamo il potere di far insorgere dosi di passione anche nelle cose più semplici. Abbiamo il potere di far scaturire il calore, la seduzione, la sensazione di qualcosa di irripetibile, il potere di far iniziare lo spettacolo in qualsiasi circostanza, e soprattutto abbiamo il desiderio di farne dono agli altri.
Un grande maestro del teatro italiano, Eduardo De Filippo, disse: “Chi cerca lo stile trova la morte. Chi cerca la vita, trova lo stile.” Vorrei che questa frase fosse ricamata sui vostri cuori e che voi poteste portarla via con voi, e ricordarla tutte le volte che vi trovate a riflettere sullo spirito italiano. Grazie.
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