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È un percorso non lineare quello che mi ha condotto ad esplorare ambiti diversi della scrittura e della creatività. Per chi ama scoprire anche ciò che non sta cercando, per chi ama spigolare seguendo il proprio istinto, qui c'è del materiale: riflessioni e contributi di arte, fotografia, video, poesie, comunicazione, geografia, personaggi…

[1/1/2012]

Stalin dopo la pioggia


NIET
“Questo quadro raffigura un'icona del male. Non dovrebbe mai stare appeso in un casa dove regna la pace e l'intelligenza. Non amo che si scherzi con le tragedie dell'umanità. Non ne abbiamo forse avute in dosi sufficienti? Non sono d'accordo.”

Dico Niet all'idea che abbia diritto al giudizio qualcuno diverso da chi ha appeso il quadro. E dico Niet perché io non lo appenderei per una sola ragione: che non ho alcuna ragione per farlo. Ma se l'avessi, lo appenderei eccome. E allora dovrei scrivere dall'altra parte.
Fabio

Mio non capiscere a chillu co lo cappotto: stu delinquenti d'assassini chi sa ride e mangia i fa l'ammuri mentri nell'intanto li popoli (e anche li ricchi) stanno con li pezzi a lu culu. Io ca puri sto con li pezze a lu culu nun ridi si vedo lu Berlusconi co lu cappottu chi sta a passiggiari con li amici pure loro con lu cappotto. Io lo cappottu nun ce lo ho e si vado a votari voto contro di loro che nfatti nun c'hanno piaceri ca io voto. E mancu mannu fattu ‘mparaii lo scritturi. Nun mi piacciono loro e tutti quilli cume a issi.
Camiggrandi di Viggiù - Fabio Bettonica

Dico Niet. Stalin forse è meglio di Hitler se pensi in termini di filosofia della storia. Il comunismo è una sorta di eresia cristiana che voleva ‘il bene'. Stalin quindi, pur avendo ammazzato più di Hitler, lo ha fatto ‘a fin di bene'. Ma se uno pensa che la vita individuale sia irriducibile, non c'è filosofia delal storia che giustifichi i massacri ‘a fin di bene'.
Giorgio Arfaras

E se fosse raffigurato Hitler? Mi domando se quelli che hanno detto sì, si sono posti il problema… Il quadro è di pregevole fattura e ha dei bei colori nei personaggi, ma un macellaio come Stalin, seppure ben dipinto, non dovrebbe stare in una casa. Non dubito che in questa casa regnino l'intelligenza e la pace, ma mi domando se al suo posto ci fosse un quadro del Fuhrer? Accetteremmo un bel quadro di Hitler?
Emilio Sioli

Alla domanda “Perché Mao?”, Warhol rispose: “È così di moda…” Da questo punto di vista, i Mao sono passati di moda. In versione Pop ancora ancora, ma pranzare con Stalin o Hitler fatti senza humour sta poperjok gorla, che in russo vuol dire di traverso in gola.
Evelina

Quando vedo l'immagine di questo mostro, mi vengono in mente immediatamente tutte le persone piene di talento, di genio, i poeti, i pittori, i musicisti, gli scienziati, gli scrittori e tantissime altre perosne che sono state uccise per mano sua. Stalin è un simbolo di un periodo di sofferenza e ingiustizia, detormento, del male, della disperazione e della pazzia, di quella pazzia brutta, feroce… Non si può descrivere il male che ha fatto al popolo sovietico. Preferisco guardare la sua imamgine nei musei, nei film, o leggerne nei libri. A casa mia metterei piuttosto l'immagine di personaggi storici di gran lunga migliori di lui, e che lui ha ucciso o perseguitato.

Viviamo senza più avvertire il paese sotto di noi,

a dieci passi già le nostre voci non si sentono più,

e dovunque ci sia spazio per un mezzo discorso

ecco evocato il montanaro del Cremlino.
Le sue tozze dita come vermi sono grasse

e sono esatte le sue parole come i pesi d'un ginnasta.

Se la ridono i suoi occhiacci da blatta

e i suoi gambali scoccano neri lampi.



Osip Mandel'shtam (1933)
Sasha/Umay, 01.1.2012


DA
“La memoria va coltivata come memento, non come feticcio: è solo una conchiglia che racchiude un tempo orami inerte. Il male è nella vita, nella storia, nella geografia. Nasconderlo non risolve nulla. Non sono un iconoclasta, non amo le censure e quindi mi sta bene.”

Ecco, non sono d'accordo con la censura e poi… “si stava meglio quando c'era lui” (non si scherza su queste cose, ma si può scherzare).
Benni, 22.11.2006

Della storicità a me fondamentalmente importa una sega! Ma la classe di quei cappotti, l'antidemocraticità di quel gelo che corre come solo al nord si corre per poi sfogarsi in magnifici diluvi su veccie irlandesi! E poi il rumore di quei tacchi maschi sul selciato bagnato… Tutta una poesia dell'effimero… Meraviglia delle rêverie?
Francesco, 22.11.2006

Dico Da per pochi, semplici motivi. Innanzi tutto perché la tela così a prima vista ha un che di esotico, di foresto, straniero, e visto il bisogno che c'è ultimamente di guardare fuori dal solito già di per se è un plus. Poi c'è un senso di autorevolezza, di credibilità, di familiare guida ducesca, nonostante la mediocre fattura ispira un vago senso di sicurezza. Qualcuno mi ha chiesto, ma tu metteresti mai un quadro di Hitler in casa tua? Ci penso un attimo su e dico: “Hitler ha persola la sua guerra, Stalin si sa l'ha vinta.”
Fabrizio, 22.11.2006

Ma… Fra due o tre passi questi due ometti con i loro cappottini allacciati scivolano sul marmo bagnato della storia; uno dei due avrà sangue dal naso, l'altro batterà il mento sul marciapiede e si rialza malconcio, e si morderà la lingua. E così resterà libera la visuale di un malinconico paesaggio piovoso. È bene guardare attorno al quadro, e anche fuori, per leggere i fatti, la storia. E un'immagine, per quanto importante, resta lì a ricordarci quanto sono piccoli gli uomini.
Giuseppe, 1.1.2008 ore 24.10 (fuori continuano i fuochi… d'artificio)

Perché è vero: non si può non essere moderni. La modernità non è una scelta: è la sola soluzione possibile per vivere. E d'altra parte, il passato è la nostra pelle, niente ci appartiene così come la nostra pelle, niente ci può dare di più il senso di appartenenza al vivere. La modernità è l'obbligo della evoluzione, il passato è l'umana aderenza al proprio esistere.
Arnaldo, 5.2.2010

Quadro è icona? È forse questo il dilemma? È più sensato soffermarsi sul senso estetico che ti accoglie all'aprirsi della porta di MG, o sul potenziale significato iconografico dell'opera? Il quadro è in effetti un po' bigio, ma lo sguardo dei due rivolto al finestra, al sol dell'avvenire, ci dice comunque qualcosa di cui tanto sentiamo il bisogno. Josif è giovane, forse – più tardi – sbaglierà, ma crede, fa, agisce. Anche noi dovremmo instillarla ai nostri figli. DA! DA! DA! DAN!
Anonimo

In quanto icona del Realismo socialista “andava assolutamente preso” e appeso, se non altro per stimolare il dibattito fra gli amici.
Chiara







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