È un percorso non lineare quello che mi ha condotto ad esplorare ambiti diversi della scrittura e della creatività. Per chi ama scoprire anche ciò che non sta cercando, per chi ama spigolare seguendo il proprio istinto, qui c'è del materiale: riflessioni e contributi di arte, fotografia, video, poesie, comunicazione, geografia, personaggi…
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[7/12/2004]
Fantastico nel quotidiano
Nelle Metamorfosi di Ovidio le architetture di De Chirico
Il fantastico nell'arte: sul tema sono stati versati fiumi d'inchiostro, e proprio per questo Roger Caillois (1913-1978) si “innervosisce”. Lui, attratto dal mistero umano e dal rapporto con il sacro, non accetta facili etichettature e non gli bastano le stranezze che stupiscono ma non emozionano. Per lui il fantastico non nasce dal soggetto ma dal modo di trattarlo. Sorride con Arcimboldo e non si accontenta del Bosch più urlato e codificato. Lo irrita il fantastico per partito preso, ciò che cerca è inquietudine, rottura, imprevisto, la capacità di parlare il linguaggio dei sogni e di evocare nell'osservatore ricordi sconosciuti.
Nel libro Nel cuore del fantastico (in uscita nelle librerie italiane da dopodomani) Callois analizza minuziosamente opere d'arte note e meno note (in gran parte del '500, ma arriva fino ai Simbolisti), senza tralasciare le incredibili tavole anatomiche di epoca barocca. A volte basta una sfumatura. Come nel caso delle illustrazioni (1619) di Pierre Firens per le Metamorfosi di Ovidio, nelle quali “il fantastico non risiede nel prodigio delle trasformazioni, bensì nella serenità dei volti, nella sprezzante indifferenza ostentata da questi mortali cui spuntano foglie, e radici, che si liquefanno o si pietrificano (…)”, e dove il suicidio di Ifi si svolge fra architetture che sembrano aprire la strada a De Chirico.
Roger Caillois, antropologo, sociologo, studioso, antifascista, fece parte del Gruppo Surrealista. Negli ultimi anni della sua vita si dedicò allo studio dei minerali. Anche per questo, forse, è capace di condurci nel cuore del fantastico, facendoci vedere come se fosse la prima volta, opere come Le anime del Purgatorio di Giovanni Bellini, di cui sembrava si fosse già detto tutto.
Valentina Carmi
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